L’amante dei troll

Durante una delle mie peregrinazioni verso nord mi trovai improvvisamente a Trollfjell. Il paesino non era nemmeno raffigurato nella carta geografica della Norvegia che mi ero portato dietro e la cosa era facilmente spiegabile. L’abitato era costituito, infatti, da un esiguo numero di case in legno, dipinte con colori brillanti, così da spiccare nel frequente grigiore. Il clima era piovoso, come in tutte le località norvegesi della costa atlantica, ed estremamente mutevole. Più in alto, quasi inglobate nella foresta, vi erano diverse case isolate, dove abitavano le famiglie che vivevano sfruttando le risorse della foresta, anziché quelle del mare. Erano queste case che s’incontravano per prime al termine della strada, arrivando dalle città del sud. Una volta la zona era nota per essere ricca di metalli e una miniera, forse ancora in parte utilizzata, doveva trovarsi sui rilievi montagnosi che stavano a nord dell’abitato e che in qualche misura lo proteggevano dai gelidi venti che scendevano dal polo.

La prima delle avventure di Jorg, ispirata al Peer Gynt di Ibsen

Le storie, rivedute e corrette, sono pubblicate nel volume Jorg e il reale impossibile.

 

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5 risposte a L’amante dei troll

  1. stileminimo ha detto:

    Questa è davvero, davvero bella! Ne aspetto altre, sì?
    Ma poi mi chiedo: magari si sarebbe presentata alla porta una donna bellissima con un bambino altrettanto bello… perchè proprio due troll? Non aveva imparato a vedere i troll con gli occhi della magia ormai?

  2. stileminimo ha detto:

    La foto, poi, è… perfetta, inquietantemente perfetta.

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